(un altro) Caravaggio ritrovato – 2

Rieccoci qua per rispondere al domandone:
– è questo il vero Ecce Homo di Caravaggio commissionato dal cardinale Massimo Massimi nel 1605, in concorrenza con Cigoli e Passignano.

La risposta (secondo me) è: assolutamente no.
Ammettiamo che sia Caravaggio.
Se è il quadro Massimi, allora dovrà stare tra la Morte della Vergine del Louvre e l’estate del 1606, quando ebbe la bella idea di far fuori il Tomassoni.
Quindi prima di quadri come la Cena in Emmaus di Brera, che si ritiene eseguita nei primi mesi della fuga.
Ergo, la sequenza dovrebbe essere questa:

Impossibile, si vede benissimo.
Con quella pittura rapida, magra, con quelle superfici sfatte, non può certo stare prima delle Sette opere di Misericordia del Pio Monte, o della Madonna del Rosario del Kunsthistorisches.
E’ impensabile prima della Flagellazione di Capodimonte (sulla quale, ricordiamo, pende l’ipotesi di una datazione tarda, quasi estrema).

Se Caravaggio deve essere, starà nel periodo che si apre con la Decollazione del Battista di Malta (qui).

E va beh, non sarà quello Massimi, sarà un Caravaggio più tardo. Che differenza fa? Sono sempre un centomilioni che ci mettiamo in saccoccia.

Eh no, caro mio.
Non lo hai notato che tutti i Caravaggio che saltano fuori sono tutti più o meno giovanili (qui)?
Non ti sei chiesto come mai?

Perché dopo la fuga del 1606, Caravaggio è più che altro impegnato a scappare di galera e a cercare di non farsi mozzare la crapa.
Ha poco tempo per dipingere, per quello strappa via così in fretta, così drammaticamente.
Quindi è difficile trovare spazio per inserirci un quadro nuovo.
Quando lo avrebbe fatto, in quella successione di eventi rocamboleschi così serrata? Dove?

E allora meglio riportarlo al tranquillo 1605.
Si sbatte fuori il quadro di palazzo Bianco a Genova, così si libera uno slot per il nostro.
Et voilà.

Invece il nostro quadro nel 1605 non ci sa stare.
Vuole stare a Napoli, tra gli scugnizzi come quello che regge il drappo rosso.

Tutti scrivono che si aspettano di rivederlo al Prado.
Speriamo magari con il cartellino giusto.
Che probabilmente reciterà “Giovanni Battista Caracciolo detto il Battistello”.

PS
Nessuno ha fatto nessuna “scoperta”.
Il catalogo Ansorena è apparso verso il 20 marzo.
Il giorno dopo lo aveva visto già mezzo mondo, e tutti sapevano tutto.
Io ne discutevo già il 25 marzo (ho tutte le mail archiviate).
Poi è stato ritirato dall’asta.
Poi qualcuno ha parlato per primo, e si è scatenata la ressa per saltare sul carro.

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34 risposte a (un altro) Caravaggio ritrovato – 2

  1. andrealubian ha detto:

    Complimenti, un attesa ben riposta.

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  2. andrealubian ha detto:

    Beh sì, certo. Però circostanziata, esaustiva e piuttosto convincente.
    Mi compiaccio del fatto che non certo l’occhio e la conoscenza, ma almeno una cosa in comune ce l’abbiamo…l’insonnia…

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  3. Massimiliano Pasquali ha detto:

    Io trovo lampante che non sia Caravaggio. E se lo noto io che sono solo appassionato collezionista non capisco come possano non notalo esperti di gran fama. Forse sarà che oggigiorno la fama è cosa differente dalla reale competenza?
    P.S
    Il professor Sgarbi è sempre delizioso in questi contesti

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    • micheledanieli ha detto:

      Non lo so. Ognuno avrà la sua legittima opinione.
      Non voglio dire che chi è a favore dell’attribuzione a Caravaggio è in malafede, ci mancherebe.
      Sulla dicotomia “fama” e “reale competenza”, mi limito a ribadire che la Storia dell’Arte è il mondo alla rovescia.
      Basta guardare Che Tempo Che Fa: a discutere di virus ed economia ci sono i più affermati specialisti; a parlare di quadri c’è un ragazzo dottorando (a detta delle signore molto carino).
      MD

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  4. Luigi ha detto:

    Bella risposta. Se non ci fosse ogni tanto qualche pseudo critico che ti tira fuori qualche crosta pseudo Caravaggio, sai la noia. Lei crede la bolla scoppierà a breve?

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    • micheledanieli ha detto:

      A dire il vero, quello che a me annoia tantissimo è il teatrino caravaggesco, che ogni volta si ripete sempre uguale.
      Non credo che saremo fuori dal tunnel a breve.
      Non vedo chi possa sostituire Caravaggio come icona pop collettiva.
      E’ vero che a una lettura anche superficiale la sua vita dannata è molto affascinante, e ha grande presa sull’immaginario popolare.
      Ma a livello più profondo, la sua ricerca di un nuovo linguaggio e la riflessione sociale sottesa al suo aggiornamento stilistico lo rendono molto più attuale di qualsiasi altro maestro antico.
      All’inizio c’era anche il fatto che era un grande pittore, ma oggi questo aspetto è passato in secondo piano, come dimostrano queste attribuzione continue (che dovrebbero avvilirlo, e invece ne esaltano la fama).
      MD

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  5. Matteo ha detto:

    E’ vero che l’opinione di ciascuno è legittima, ma esistono consolidate (e condivise) procedure per garantire qualità alla ricerca. Mi riferisco alla peer-review, ad esempio. E non si tratta di regole imposte da qualcuno per limitare la libertà di espressione degli studiosi, ma sono proprio questi ultimi a doversi battere per averle, proprio perché garantiscono (o almeno provano a garantire) l’affidabilità di una scoperta. Chi si propone come autore di una sensazionale scoperta e la pubblica su una rivista online per annunciarla al mondo evidentemente non condivide il valore di certe metodologie. Buon per lui e per la rivista, che di certo avrà un gran numero di visitatori.

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    • micheledanieli ha detto:

      Rispondo sinteticamente in tre punti:
      1. qui non siamo ancora al livello di peer-review, sono solo opinioni che volano sul web e sui giornali (come le mie);
      2. nessuna di queste attribuzioni approderà mai sulle pagine di una rivista scientifica;
      3. sparata = visibilità = contatti = maggior numero di expertise = $$$
      MD

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  6. Luigi ha detto:

    Di certo ci guadagna la casa d’aste. Tutta pubblicita’ gratuita. Sembrano quasi studiate a tavolino queste “scoperte”. Mi ricordero sempre del crocifisso pseudo Michelangelo, la stampa che suona le trombe, soldi, cataloghi, “esperti” a dare intervistone. Poi finito tutto in bolle di sapone. Sul Caravaggio Spinosa sembra azzeccarci, anche se la Sua spiegazione convince molto di piu’

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    • micheledanieli ha detto:

      Il Crocifisso di Michelangelo una bolla di sapone?
      Non esattamente.
      L’attribuzione faceva ridere allora e fa sganasciare ancora adesso, ma i 3.250.000 € che lo Stato ha pagato se ne sono andati per sempre nelle tascone di Gallino.
      T-R-E-M-I-L-I-O-N-I-D-U-E-C-E-N-T-O-C-I-N-Q-U-A-N-T-A-M-I-L-A-E-U-R-I.
      Non un’inchiesta, non una sanzione, non un’assunzione di responsabilità, non un mea culpa, non un’indagine, niente di niente.
      Succede solo nella Storia dell’Arte.
      Lo credo bene, che continuano a saltar fuori Caravaggi…
      MD

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      • Luigi ha detto:

        Vittorino da quello che ho leggicchiato sui giornalini, voleva farci sganciare un bel centone di milioncini per lo pseudo Caravaggio a sua detta per far “ripartire” l’Italia dopo il covid. Per il crocifisso mi sembra che alcuni furono indagati per danno erariale, ma senza troppe conseguenze.

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      • micheledanieli ha detto:

        Direttore generale del Ministero e 5 super-storiconi dell’arte.
        Tutti assolti.
        MD

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    • micheledanieli ha detto:

      Ci sono cuochi che cucinano, alcuni bene alcuni benissimo.
      Poi ci sono cuochi che non cucinano mai, ma stanno sempre in televisione a dire come sono bravi a cucinare.
      Agli storici dell’arte sta accadendo lo stesso.
      Queste vicende ci aiutano a capire chi sta cercando di saltare da quella parte.
      Poi ripeto: ognuno ha la sua legittima opinione, e può spenderla come crede.
      Come faccio anch’io del resto: nessuno mi ha mica chiesto niente, sono io che blatero di mia spontanea volontà.
      MD

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  7. Antonio ha detto:

    Sembra evidente che si tratti di un Battistello, nemmeno del più bello. Molto meglio l Ecce Homo dell Ermitage. Prego comunque di guardare l Immacolata di Santa Maria della Stella a Napoli, dove si ritrova tutto il repertorio del quadro in questione, mischiato a suggestioni tratte dalle sette opere di misericordia.
    Ad ogni modo ho ancora le foto alla lampada di wood di questo Ecce Homo richieste ad Ansorena 3 settimane fa: è un quadro spappolato, dove ognuno ci può leggere quello che vuole, come una zingara che legge la mano di un grande ustionato.
    Poi facciano loro. Io ragiono da collezionista privato con un budget limitato, e per me possono scannarsi a suon di milioni su opere come queste a vita. Tanto meglio.

    Di tutta questa montatura by M&M, con un quadro totalmente estraneo a un asta di immondizia ,buttato in Spagna per farlo profumare di Ecce Homo perduto, mi ha fatto più senso la Dott.ssa Terzaghi che ricorda come la Gregori definisca il Merisi “ vero e umano”.

    Umano si, perché alieno non era per niente, ma basta dipingere un piede sporco di polvere per farlo sembrare umano? E lo sguardo del nano Sebastian de Morra di Velazquez? O di Papa Innocenzo Panphilij? Era umano anche lui?
    Credo che il termine più efficace sia indulgente, verso i suoi soggetti ma soprattutto verso i suoi osservatori.

    Quanto a Vero.. difficilmente ho trovato un pittore più artefatto di Caravaggio. Ogni posa studiata, ogni ombra crea in corrispettivo una forma che dialoga con il resto e crea movimento. Gli angeli che turbinano nelle sette opere, le gambe della flagellazione, le bocche spalancate dei Golia come una tromba che urla in si bemolle..composizioni che sembrano caotiche, prese dal vivo, ma in realtà perfettamente equilibrate, studiatissime. Piace piuttosto perché emotivo, ma sa di esserlo, gli piace esserlo, ci gioca in ogni dipinto, e lo è fino all ultimo, con la testa che in estasi di dolore e piacere guarda oltre la nuca di Sant Orsola. È il Barocco , bellezza! Con la B maiuscola.
    Chi ha in casa un vero Caravaggio ancora sconosciuto ( se esiste davvero ) se lo tiene ben appeso al chiodo.

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    • micheledanieli ha detto:

      Entriamo in discorsi complessi.
      E’ chiaro che Velazquez è un gigante, ed è ancor più gigantesco proprio perché può servirsi del precedente caravaggesco.
      “Vero”, “umano” eccetera sono tutte categorie moderne che si sovrappongono ad accadimenti seicenteschi.
      Da una parte questo non si dovrebbe fare (come le interpretazioni psicanalitiche del Manierismo), d’altro canto Caravaggio parla al mondo contemporaneo come nessun altro.
      MD

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      • micheledanieli ha detto:

        Io, un post sì e uno no, dico sempre “giudico dalla foto”, “per quel che si può vedere dalla foto” eccetera.
        Negli articoli di questi giorni mi piacerebbe leggere un po’ più di cautela, e di aderenza alla materia.
        MD

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  8. carlo borsari ha detto:

    La mano sulla sinistra che tiene il drappo già da sola è uno scempio al nome di Caravaggio. Perchè non ci mettiamo anche un omaggio a MIchelangelo visto che il personaggio di sinistra lo potrebbe ricordare ? 🙂

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  9. Matteo ha detto:

    Nel 2010 veniva annunciata la scoperta di un San Girolamo provenente dalla collezione Giustiniani, ma in quel caso quasi nessuno sostenne l’attribuzione…
    Con la Giuditta di Tolosa se non sbaglio i pareri erano molto discordati, diciamo 50 -50.
    Con l’Ecce homo, invece, sembrano (quasi) tutti d’accordo!
    Tre scoperte annunciate e tre reazioni molto diverse. Come mai, secondo te, questa volta pare esserci così tanta condivisione sulla paternità dell’opera? Che differenza c’è con le altre “scoperte”?
    Attribuzione giusta o sbagliata, a suo tempo la Squarzina tentò di ricostruire gli spostamenti del San Girolamo in maniera più convincente di quanto avviene oggi, in cui di fatto si dimostra solamente l’esistenza della committenza Massimi e del passaggio del dipinto in Spagna…ma nulla che possa davvero ricondurre a quel preciso dipinto.

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    • micheledanieli ha detto:

      Due motivi, sostanzialmente:
      1. questo quadro è di qualità nettamente migliore rispetto a quelli da te citati.
      2. la Giuditta di Tolosa veniva presentata presentata come Caravaggio da un mercante: sostenere quella attribuzione dava l’impressione di immischiarsi nel mercato e di schierarsi dalla parte dei mercanti (cosa che tutti fanno ma che nessuno dice). Questo invece salta fuori come anonimo, quindi c’è una patina più scientifica.
      MD

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  10. Francesco ha detto:

    E poi scusate, quando si va, soprattutto per un acquisto da parte dello stato, sull’orbita dei milioni di euro non ci vorrebbe qualche dato inconfutabile in più? Sul retro dei bari di Fort Worth c’è il numero di inventario della collezione del Cardinal Del Monte e lì siamo tutti tranquilli e non rischiamo di cadere nelle mani di pareri autorevolissimi ma di dubbia onestà. Altrimenti finiamo come il tanto sbandierato recente acquisto da parte dello stato della danza paesana di Guido Reni sul retro del quale c’è un numero di inventario che, mi pare, non corrisponda a nulla e lo studio su cui ci si è basati lo ha condotto l’antiquario che fino ad un paio di anni fa possedeva il dipinto (!!!!!!!!!!)

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    • micheledanieli ha detto:

      Si veda il commento sopra, a proposito del Crocifisso di Michelangelo.
      E’ vero che sul retro ci sono tante cose interessanti, ma io (ormai quasi da solo) continuo a sostenere che bisogna guardarli anche sul davanti.
      MD

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      • Tilius ha detto:

        LEI.
        È.
        DIO.
        Ammirazione infinita.
        In due parole ha denunciato la messe di danni derivata dal malinteso feticcio della bovina adesione alla “prova documentale”.

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      • micheledanieli ha detto:

        Grazie, ma è un po’ fuori strada.
        Io sono un deficiente che, se anche si accodasse alla folla plaudente, non sarebbe capace di tirarne fuori un euro.
        E allora non mi rimane che dire le cose come stanno (o come io credo che stiano).
        MD

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  11. Cristina ha detto:

    Segnalo, se non è un problema, un articolo sullo stesso tema che ho trovato interessante che potrebbe stimolare ulteriori riflessioni.

    https://www.finestresullarte.info/interviste/rossella-vodret-ecco-perche-ecce-homo-potrebbe-essere-di-caravaggio

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    • fabio massimo pellicano ha detto:

      Articolo molto interessante e, in particolare, la fotografia pubblicata come derivazione da Caravaggio nel saggio di Longhi del 1954, che dimostrerebbe l’esistenza di un originale largamente apprezzato.
      Sebbene concordo che non possa essere l’Ecce Homo del 1605, da quanto sia possibile capire dalle foto online, non escluderei affatto che possa trattarsi di un’opera tarda (o meglio estrema) del Caravaggio, attorno al 1609/10, essendo molto vicino per esiti al Martirio di Sant’Orsola.
      Pazienteremo, in attesa di maggiori chiarimenti.
      Certo è un bellissimo dipinto!

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      • micheledanieli ha detto:

        Concordo, il dipinto è molto bello.
        Vedremo cosa svelerà una volta pulito.
        Come ho detto, sono d’accordo anche sulla datazione tarda, che sia adatta sia al Caravaggio estremo che ovviamente a un precoce seguace.
        Una volta saltato l’aggancio documentario, la chiave è tutta nello stile e nella qualità.
        Vediamo chi saprà giocare questa partita.
        MD

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    • micheledanieli ha detto:

      Ovviamente non è un problema.
      Qui c’è spazio per le (civili) opinioni di tutti.
      MD

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